Territorio

L’amore per le Marche non accade a prima vista.

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Come le gocce del fiume Sentino, picchiettando per secoli negli stessi punti, hanno dato vita alle cattedrali di calcare delle Grotte di Frasassi, i panorami marchigiani producono un lento stillicidio che, col passar del tempo, disegna nell’animo una solida fascinazione. Emergendo dall’Adriatico, le morbide colline ascendono verso i Sibillini, monti che sussurrano leggende e che conferiscono alla Regione il suo peculiare senso del limite.

I borghi medievali e le città rinascimentali, appollaiati sulle cime dei colli, si sono sviluppati seguendo le linee dettate dalla natura. D’intorno i campi ordinatamente coltivati, ora annaffiati dalle piogge primaverili che colorano il grano di un verde smeraldo, ora brulli e sonnacchiosi di fronte ai camini che si accendono, nella stagione delle castagne, del vino nuovo e della cacciagione. Terre di agricoltori ed artigiani, le Marche sono rimaste fuori dalla società dei clamori, mantenendo una vocazione al lavoro ben fatto manifestata tanto dalla cura al territorio quanto nelle eccellenze delle piccole e medie industrie locali. Allo stesso tempo hanno contribuito allo sviluppo artistico-culturale nazionale ed internazionale. Forse proprio per le loro caratteristiche geografiche, le Marche hanno dato i natali ai grandi maestri della prospettiva: dalle innovative opere pittoriche di Raffaello Sanzio alle introspezioni poetiche di Giacomo Leopardi, fino alle magnifiche scenografie cinematografiche di Dante Ferretti. Racchiudendo il meglio d’Italia in una Regione, come soleva scrivere Guido Piovene, le Marche avvolgono amorevolmente e non se ne vanno più.

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